venerdì 5 aprile 2013

Combattere la ritenzione idrica



Circa il 30% della popolazione femminile italiana soffre di ritenzione idrica, un disturbo fastidioso, importante, oltre che per l'aspetto esteriore, anche per la salute.

È perciò necessario conoscerne cause e caratteristiche per poterla affrontare al meglio. Anzitutto, di cosa parliamo esattamente?

La ritenzione idrica è un accumulo di liquido negli spazi interstiziali tra cellula e cellula, che, quando oltrepassa certi limiti, è causa di edema in alcune zone, in particolare addome, viso e arti inferiori. Colpisce soprattutto, come detto, il sesso femminile.


Questo accumulo di liquidi è spesso originato da un'alterata funzionalità del sistema circolatorio (vene e vasi linfatici in particolare), ma le cause possono essere molteplici, per patologie a carico di rene, fegato e vescica, ma può insorgere anche per reazioni allergiche o effetti collaterali di alcuni farmaci (antinfiammatori, cortisonici, estroprogestinici).

Nella maggior parte dei casi, comunque, si tratta del risultato di abitudini di vita scorrette, come un eccesso di sedentarietà, una dieta sbagliata, il fumo o l'abuso di alcolici o caffè.
Possiamo distinguere quattro varianti di ritenzione idrica:

  1. circolatoria o primaria, causata dalla stasi circolatoria per un malfunzionamento venoso (in particolare negli arti inferiori);
  2. secondaria ad altre patologie come l'insufficienza renale, cardiaca, patologie epatiche o ipertensione;
  3. iatrogena, derivante da abuso di farmaci (antinfiammatori, cortisonici, terapie ormonali);
  4. alimentare, causata da un'eccessiva assunzione di sodio.

La ritenzione idrica con il tempo può dare origine a cellulite e vene varicose.
La cellulite, in particolare, si manifesta in tre fasi successive: edematosa (caratterizzata dalla comparsa di edema), fibrosa (con aumento del tessuto connettivo che forma una sorta di noduli alla base della pelle a buccia d'arancia) o sclerotica (i noduli si ingrossano e la superficie cutanea diviene fredda e dolorosa).

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La diagnosi

Per una migliore accuratezza diagnostica, è necessario sottoporsi ad una visita medica, anche per quantificare con esattezza la percentuale di liquidi corporei. Un utile strumento è la bilancia impe-denziometrica, basata sul principio della differente capacità, da parte dei tessuti, di opporsi al passaggio di corrente elettrica.

L'impedenza è maggiore nel tessuto adiposo, contenente solo il 10-20% di acqua, mentre la massa magra, costituita per il 70-75% da acqua, consente al segnale un passaggio di corrente molto più agevole. Confrontando i valori di impedenza con i parametri corporei (peso, altezza, età) è possibile calcolare la percentuale di massa magra, grassa, il grado di idratazione e altri valori inerenti la composizione corporea.

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Consigli alimentari

Le regole d'oro per chi soffre di ritenzione idrica:

  • Assumere molti liquidi, soprattutto acqua, tè e tisane con effetti diuretici (come tarassaco, pilo-sella, gramigna o betulla); nella scelta dell'acqua bisogna optare per quelle oligominerali a basso
  • contenuto di sodio (<20 mg/l);
  • Seguire una dieta povera di sodio, diminuendo gradualmente il consumo di sale fino al minimo indispensabile di 3 grammi al giorno. Valide alternative sono basilico, rosmarino, salvia e peperoncino.
  • Bandire dalla tavola salumi, sughi elaborati, salse e alimenti pronti (soprattutto cibi in scatola), ad elevato contenuto di sodio e cloro alimentare;
  • Aumentare le dosi di frutta e verdura, in particolare lattuga, ananas, mele, asparagi, barbabietole, cetrioli, frutti di bosco, pomodori e frutta secca.
  • Consumare cibi ricchi di fibre, a partire dai cereali della prima colazione.

fonte:OptimaSalute,apr'13

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